Parliamo di quella che, inizialmente, poteva sembrare una moda passeggera e che invece si è rivelata tutt’altro.
Infatti, la DMD (Dieta Mima Digiuno) del prof.re Valter Longo merita di essere vista in uno scenario più ampio.
Se è vero che l’interpretazione è soggettiva, la scienza e i suoi risultati, sono invece di natura oggettiva!
Oggi prendiamo, oggettivamente, in considerazione i risultati delle ricerche condotte dallo scienziato italiano in campo epidemiologico e clinico.
Ma partiamo dall’inizio!
Il prof.re Longo ha applicato le sue conoscenze, in campo biochimico, alla medicina.
Una restrizione calorica prolungata sui topi, sulle scimmie e sull’uomo ha effetti positivi sulla riduzione di determinati tipi di malattie ( diabete, cancro, malattie cardiovascolari e neurodegenerative). Ma, al tempo stesso, può esporre il nostro organismo, che è in una condizione di fragilità, a danni collaterali anche gravi!
E’ nata così l’esigenza di creare un metodo che, da un lato assicurasse il giusto nutrimento e, dall’altro, riducesse al minimo gli effetti collaterali.
La DMD di ProLon® è quel metodo!
Lo scopo della DMD, dopo anni di ricerca e test clinici (perché ripeto, prima di consacrare come certi alcuni risultati sperimentali, il metodo scientifico vuole effettuare tutti i possibili controlli), è quello di attivare nel nostro organismo, tramite una restrizione calorica della durata di 5 giorni, un ringiovanimento della parte funzionale.
Di seguito alcuni risultati ottenuti su 100 pazienti:
- Perdita del grasso addominale
- Riduzione dei livelli di glucosio
- Riduzione della pressione sanguigna (nei soggetti con pressione bassa, rimane invariata)
- Riduzione del colesterolo
- Riduzione dell’ lGF-1 ( ormone associato all’insorgere di tumori)
- Riduzione dei trigliceridi
Per non parlare poi dei risultati ottenuti dai topi:
- Durata della vita allungata dell’11%
- Riduzione dei disturbi infiammatori della pelle
- Ringiovanimento del sistema immunitario
- Migliore coordinazione motoria
- Ottimizzazione delle funzioni cerebrali
- Riduzione dell’incidenza di tumori (il gruppo sottoposto alla DMD presentava meno probabilità di ammalarsi e, quando questo accadeva, la natura del tumore era benigna).
APPROFONDIAMO
- Durante il “semi- digiuno” si verifica una diminuzione temporanea della massa magra. Questa ritorna ai valori iniziali quando si riprende a mangiare regolarmente. Questa temporanea perdita porta a una rigenerazione muscolare che interessa anche gli organi, i sistemi e gli apparati. La DMD inganna il nostro organismo facendogli credere di stare digiunando. Così, mentre le componenti non necessarie vengono eliminate, si attivano le cellule staminali che favoriscono questi processi.
- Gli effetti benefici persistono per mesi: è dimostrato ad esempio che, trascorsi 3 mesi dal termine di un ciclo di DMD, i vari cambiamenti che interessano i diversi distretti corporei sono presenti al 60% e si manifestano ogniqualvolta ci si approccia al protocollo.
- Durante i 5 giorni si entra in uno stato di chetosi, processo secondo cui le cellule utilizzano substrati alternativi al glucosio, ossia i corpi chetonici o acidi grassi. Per la sua misurazione, è preferibile rivolgersi a un laboratorio specializzato.
- Più cicli di DMD, in un arco temporale ridotto, sono consigliati solo alle persone che hanno problemi di peso o patologie per le quali è il medico a stabilire con quale ciclicità dev’essere effettuata.
- L’approccio a questo regime alimentare periodico, in presenza di patologia, dev’essere autorizzato da uno specialista e non è da intendersi come cura sostitutiva ma, eventualmente, come abbinamento alle cure standard.
Gli studi sulla DMD in rapporto a determinate malattie sono in continua evoluzione. I dati ottenuti fino ad adesso, fanno sperare che una restrizione calorica periodica controllata, possa essere un nuovo strumento a disposizione della medicina moderna per prevenire e curare importanti patologie come il cancro e quelle neurodegenerative.
All’ospedale San Martino di Genova partirà uno studio non solo sulle varie forme di Alzheimer ma anche sulla leucemia cronica!
Articolo a cura di:
Francesca Florenzo