Mantenersi sani e giovani: qual è il segreto per una vita in salute?
Almeno una volta, ognuno di noi, si è chiesto sino a quanti anni vivrà e, soprattutto, come invecchierà. Quello a cui tutti dovremmo auspicare non è allungare la durata della vita ma, principalmente, la sua qualità! Invecchiare in salute non è un concetto poi così difficile da attuare. Studi scientifici dimostrano che restrizione calorica e longevità sono in perfetta correlazione tra loro: un’alimentazione sana e controllata incide sull’invecchiamento.
Digiuno e invecchiamento: arriva il digiuno mimato
La pratica del digiuno ha origini antichissime che risiedono nella religione e nella spiritualità. In epoca moderna il digiuno, per i suoi numerosi effetti benefici sull’organismo, è diventato una scelta salutare, terapeutica ed etica.
L’incapacità della maggior parte dei soggetti, però, di aderire a diete a lungo termine o estreme, così come gli effetti potenzialmente avversi, con il tempo hanno limitato la sua efficace applicazione.
La dieta mima digiuno identifica, pienamente, il concetto di restrizione calorica e longevità. Attraverso il programma alimentare della DMD (dieta mima digiuno), infatti, si attivano nel nostro organismo dei meccanismi rigeneratori: il dosaggio controllato e scientificamente validato di alcune componenti mima gli stessi effetti positivi del digiuno a lungo termine.
Quali sono i meccanismi della restrizione calorica controllata?
I primi studi sugli effetti della restrizione calorica e longevità sui topi sono stati condotti dal ricercatore Clive Mcay nel 1940. I risultati furono sorprendenti, i topi rimanevano giovani e sani più a lungo.
Un dato consolidato negli anni da centinaia di studi scientifici. Il principio sempre il seguente: sottoporre alcuni topi a una dieta molto povera in calorie per verificarne gli effetti. Ne è conseguito che:
- L’aspettativa di vita dei roditori è del 50% in più
- 1/3 degli animali sottoposti a restrizione vive una vita più lunga senza ammalarsi e muore di cause naturali
- Una netta riduzione fino al 60% dell’incidenza dei tumori (causa di morte primaria nei roditori)
A confermare il nesso tra restrizione calorica e longevità, sono stati anche gli studi condotti sulle scimmie. In quest’ultime i dati testimoniano non solo una diminuzione del 50% dell’incidenza di tumori e malattie cardiovascolari, ma anche la possibilità di prevenire completamente il diabete.
In tutti i modelli animali ogniqualvolta inibiamo con la dieta o con la genetica l’IGF-1/mTOR (via di segnale utilizzata dalle cellule per capire quanti nutrienti sono disponibili per la crescita), gli animali vivono più a lungo e sono più sani.
Rapporto tra restrizione calorica e longevità: mangiare poco fa bene anche agli uomini
Negli uomini la probabilità di sviluppare patologie per cause genetiche è del 25- 30% , questo significa che il restante 70% è legato ad altri fattori (ambiente, stile di vita) che, dunque, lasciano un ampio spazio di intervento.
Capire quali sono le vie metaboliche molecolari che portano allo sviluppo di queste patologie e intervenire, a monte, per regolare queste vie di segnale, è la strategia giusta per un’efficace prevenzione.
La restrizione calorica controllata è l’intervento più potente nella prevenzione di patologie come cancro e tumori, ma anche come quelle cardiovascolari e autoimmuni.
Nell’uomo, dopo 7 anni di restrizione calorica, si è dimostrato:
- Aumento del valore del colesterolo HDL
- Valori pressione modulati, anche nei soggetti di età equivalente a 70 anni, questi corrispondevano a 110 su 60 senza l’assunzione di farmaci
- Glicemia e proteina C-reattiva ( marcatore dei livelli di infiammazione) praticamente inesistenti.
Dal punto di vista biologico non c’è alcun dubbio: la restrizione calorica rallenta i processi di invecchiamento!
Naturalmente, quello che è importante, non è solo la quantità delle calorie ma la composizione della dieta. Importante è la corretta distribuzione dei pasti in un arco temporale ben preciso (sarebbe meglio concentrare tutte le calorie che mangiamo in una finestra ristretta) e anche una costante attività fisica.
Articolo a cura di:
Francesca Florenzo