La Sclerosi multipla (SM) è una malattia neurodegenerativa demielinizzante, cioè con lesioni a carico del sistema nervoso centrale. Classificata e riconosciuta per la prima volta nel 1868 dal neurologo francese J.M Charcot, evidenze cliniche e sperimentali indicano che alla base della SM vi è una reazione del sistema immunitario con un attacco contro la mielina T.

La ricerca, negli ultimi anni, ha fatto importanti scoperte per una patologia che potremmo definire “complessa” proprio per i molteplici modi e le diverse forme con cui tende a manifestarsi.

Nonostante ancora non ci sia una cura nota per debellare in modo definitivo la malattia, gli studi hanno portato ad identificare diversi approcci che aiutano a migliorare la qualità di vita delle persone affette da SM.

La rilevanza dell’alimentazione  nelle persone affette da Sclerosi multipla

Sistema nervoso centrale

L’alimentazione svolge un ruolo importante nel paziente con Sclerosi multipla. Una dieta nutrizionalmente bilanciata e la scelta di alcuni cibi aiutano a supportare il sistema nervoso centrale.

Uno studio recente, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Cell Reports e diretto dal Prof. Valter Longo evidenza proprio il connubio che esiste tra i due fattori.

Metodo di ricerca e di verifica sui modelli di tipo murino

Come afferma il Prof. Longo nel suo libro “La Dieta della Longevità”, nei primi esperimenti sui topi, il digiuno attivava le cellule staminali nel sangue che possono generare, a loro volta, cellule del sistema immunitario di vario genere.

Bisognava comprendere se le “nuove” cellule fossero anch’esse destinate a diventare autoimmuni. L’idea che si concretizzò era quella di alimentare i topi con un tipo di dieta che imitasse gli effetti del digiuno e che portasse alla rigenerazione di cellule sane, uccidendo però prima quelle danneggiate. I risultati sono stati sorprendenti!

Notevole è stata la riduzione dei sintomi, abbassando in modo significativo la percentuale delle componenti autoimmuni nocive, cioè quelle che portano ad un’alterazione anatomica e dannosa del distretto colpito.

Nel 50% dei topi, si è osservata così una forte diminuzione dei sintomi, mentre nel 20% si è verificata una completa regressione. La DMD ha rigenerato la mielina danneggiata nel midollo spinale, ossia il rivestimento dei neuroni che permette la corretta trasmissione degli impulsi nel nostro sistema nervoso.

I trials clinici condotti sull’uomo

Stabilire la potenziale efficacia della DMD su pazienti affetti da SM è stato possibile tramite uno studio pilota condotto su 60 partecipanti.

Il primo gruppo ha seguito per 7 giorni il regime alimentare della DMD e nei sei mesi successivi una dieta a base vegetale, altri una dieta chetogenica ed alcuni non hanno modificato il loro stile alimentare.

I ricercatori hanno così valutato la qualità di vita dei pazienti soggetti al ciclo di Dieta Mima Digiuno, con evidenti miglioramenti della salute fisica e mentale.

Nonostante i risultati siano incoraggianti, il Prof. Longo però precisa che è necessario che questi vengano confermati in ricerche più ampie che coinvolgano un numero elevato di pazienti.

Attendiamo dunque nuovi riscontri!

Articolo a cura di:

Francesca Florenzo

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